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La Sanità pubblica sarà senza cataratte?

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Un panel di esperti sanitari, tra i quali il prof. Mario Stirpe, Presidente della Fondazione Bietti denuncia il rischio che l’oftalmologia scompaia dal SSN

Gli ospedali italiani avranno un risarcimento dell’intervento di cataratta di (soli) 800 euro circa: è quanto prevede l’ultima revisione dei Livelli essenziali di assistenza (Lea) del Servizio Sanitario Nazionale, che entrerà in vigore a partire da gennaio 2025. Un risarcimento che non riuscirà a coprire i costi del personale, dei materiali e della sala e delle tecnologie innovative.

La denuncia è stata fatta da un nutrito panel di medici oculisti – quasi 7.000 operanti sull’intero territorio italiano, di cui intorno ai 1.500 nel Ssn – tra i quali il Prof Mario Stirpe, Presidente dell’IRCCS G.B. Bietti – ed esperti sanitari alla presenza delle istituzioni durante l’incontro di qualche mese fa a Roma: “Sanità pubblica senza cataratte. Così l’oculistica sta scomparendo dal Ssn” a cura dell’Associazione italiana pazienti oculari in collaborazione con Aimo Associazione italiana medici oculisti (Aimo) e con la Società italiana Scienze oftalmologiche (Siso).

“Se questa revisione andrà veramente in vigore, i Dg delle aziende sanitarie decideranno di non lavorare in perdita e spingeranno i medici a eseguire sempre meno cataratte, lasciando due alternative alle persone: chi potrà pagarsi il privato o l’assicurazione, si farà operare. Chi non avrà i mezzi, diventerà cieco o ipovedente – spiega Francesco Bandello, Direttore Clinica oculistica Università Vita Salute Irccs Ospedale San Raffaele Milano e presidente dell’Associazione Pazienti malattie oculari-. Il problema di fondo – fa presente Bandello – è che l’Oculistica è considerata una disciplina sulla quale si può risparmiare, e rischia di venire sacrificata all’interno del Ssn fino a scomparire”. 

“Questo provvedimento avrà degli altissimi costi sociali e non permetterà di erogare le prestazioni assistenziali con adeguati standard di qualità ed efficienza: a pagare il prezzo sarà il paziente – conferma il professor Teresio Avitabile, presidente della Siso -, La vista è un bene troppo prezioso e deve essere tutelato. È necessario un drastico cambiamento di rotta per riportare il bene del paziente e della comunità al centro dell’attenzione. Ci batteremo per questo”.

A sua volta, il professor Mario Stirpe ricorda con amarezza che “la sanità attuale non è più quella di cui ci siamo vantati in passato. Una sanità nella quale i medici erano protagonisti e integravano con gli istituti di appartenenza l’assistenza verso le categorie meno abbienti non tutelate dai pur efficienti Enti Assistenziali che gestivano esclusivamente la salute delle categorie lavorative. Quello che si lascia presagire – continua Stirpe – è che l’assistenza ospedaliera venga progressivamente limitata alle materie salvavita con la consegna delle materie specialistiche ad una sanità convenzionata il cui primo obbiettivo sarà quello di mantenere bilanci positivi, e ancor peggio, l’intrusione di categorie che già oggi tendono ad assumere compiti impropri” conclude Stirpe 

A sua volta, il professor Mario Stirpe, decano dell’oculistica italiana e Presidente dell’Irccs Fondazione Bietti che ha appena celebrato i 40 anni di attività, ricorda con amarezza che «la sanità attuale non è più quella di cui ci siamo vantati in passato. Una sanità nella quale i medici erano protagonisti e integravano con gli istituti di appartenenza l’assistenza verso le categorie meno abbienti non tutelate dai pur efficienti Enti Assistenziali che gestivano esclusivamente la salute delle categorie lavorative. Quello che si lascia presagire – continua Stirpe – è che l’assistenza ospedaliera venga progressivamente limitata alle materie salvavita con la consegna delle materie specialistiche ad una sanità convenzionata il cui primo obbiettivo sarà quello di mantenere bilanci positivi, e ancor peggio, l’intrusione di categorie che già oggi tendono ad assumere compiti impropri».
«La proroga del Governo, che rimanda l’applicazione del nuovo tariffario Lea è sì una vittoria per chiunque abbia a cuore la sanità pubblica, ma è una vittoria di breve durata – riprende il professor Bandello -. Perché, fra pochi mesi, il problema rischia di riproporsi invariato. Tutti/e noi vorremmo lanciare un appello per provare a guardare al futuro dell’oculista nel Ssn esplorando con coraggio, flessibilità e onestà intellettuale il futuro dell’Oculistica nel Ssn. Al momento – prosegue – le strade che si possono prendere sono tre. Il Governo modifichi i Lea permettendo agli ospedali di ricevere almeno 1000 euro circa per intervento; oppure indichi un livello di reddito al di sotto del quale la cataratta viene garantita dal Ssn; in alternativa, ammetta in maniera trasparente che tutti i cittadini e le cittadine devono pensare di sottoscrivere un’assicurazione sanitaria per la salute visiva. Già ora le liste di attesa superano i 18 mesi. Se le cose rimangono come sono, eseguire la cataratta in ospedale diventerà un’illusione.
«Su una cosa non ci possono essere dubbi o equivoci, infatti: con questi Lea, se invariati, l’Oculistica esce dal Servizio sanitario. Non ci sono trucchi contabili o retorici che possano nascondere la verità. Se questa è la decisione del Governo, il Governo deve trovare il coraggio di ammetterlo. Dobbiamo dare alle persone il tempo di prepararsi. La scelta di trascurare l’Oculistica in quanto disciplina non salvavita potrebbe sembrare “comprensibile” in un periodo in cui la domanda di salute eccede le risorse disponibili, ma in realtà è completamente priva di lungimiranza. Quella di sacrificare l’Oculistica è una scelta lucida – conclude Bandello -. Ed è la scelta sbagliata: costa più di quanto faccia risparmiare e sacrifica il futuro di una disciplina che non potrà più contare su giovani medici formati nella sanità pubblica».

19 Luglio 2024
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