Dal 2025 nuove tipologie d’intervento alla Fondazione G.B. Bietti
Cresce l’offerta di cure visive in convenzione dell’unico IRCCS in Italia specializzato in oculistica. In due anni 7000 interventi con uso mirato di chirurgia in 3D. Da gennaio 2025 il cross-linking corneale in convenzione con il SSN
Oltre 7.000 procedure chirurgiche, tra le quali più di mille interventi sulla retina, un centinaio di trapianti di cornea e oltre 200 interventi sul glaucoma, compresa l’applicazione delle valvole antiglaucomatose.
Questi i numeri di eccellenza della Fondazione G.B. Bietti a Roma – l’unico IRCCS in Italia dedicato all’oftalmologia e sostenuto da Fondazione Roma – a due anni dall’accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale. Un’offerta di cura e assistenza di qualità in convenzione con la Sanità Regionale del Lazio che da gennaio 2025 si arricchirà della possibilità di sottoporsi all’intervento di cross linking corneale per la cura del cheratocono, patologia rara degenerativa della cornea. Il cross-linking, attualmente, è l’unico trattamento per quanto riguarda il cheratocono, patologia che – tra l’altro – si manifesta soprattutto in una fase delicata, ovvero la prima adolescenza (13-14 anni).
Tra le eccellenze legate alla chirurgia della Fondazione Bietti, anche un ambulatorio dotato di tecnologiche all’avanguardia che consentono interventi di chirurgia in 3d. “Siamo uno dei pochi centri nel Lazio ad avere a disposizione un microscopio digitale con schermo in 3d che permette ai chirurghi oftalmici di intervenire con massima precisione su un campo ristrettissimo come, per esempio, quello della macula” – spiega il dott. Tommaso Rossi, direttore dell’Unità Complessa di Oftalmologia dell’IRCCS G.B. Bietti -. In sostanza, la tecnologia 3d applicata all’oftalmologia segue gli stessi principi di quella ormai diffusa per l’entertainment, ovvero la possibilità di guardare – dotandosi di appositi occhiali – uno schermo tridimensionale.
Per il chirurgo oftalmico ciò significa, in concreto, “operare innanzitutto non osservando attraverso il microscopio e le proprie mani – come avviene per la chirurgia tradizionale – ma seguendo i movimenti attraverso uno schermo che in tridimensione riproduce l’area sulla quale si sta operando con una risoluzione di 55 pollici. Si tratta di una tecnologia che va a vantaggio soprattutto del trapianto di cornea e degli interventi che riguardano la rétina. Se si considera che la rétina è una regione dell’occhio ampia 1 millimetro, un millimetro e mezzo, con la tecnologia 3d, il chirurgo riesce invece a visualizzarla larga quanto un palmo. Naturalmente è una tecnologia che comporta dei costi importanti, uno dei motivi per il quale non è particolarmente diffusa e richiede una curva di apprendimento da parte del chirurgo stesso” – precisa Rossi.
Di pari passo alla cura e all’assistenza, nei laboratori della Fondazione Bietti viene portata avanti una prolifera attività di ricerca che da sempre caratterizza l’IRCCS e che attualmente vede in corso di svolgimento quasi 100 progetti – tra spontanei e sponsorizzati – che spaziano dalla bioingegneria alla proteomica.
“Non dimentichiamo, inoltre, la produzione scientifica della Fondazione Bietti con circa 130 pubblicazioni l’anno in letteratura scientifica internazionale di massima di rilevanza – fa presente il dott. Tommaso Rossi, – nonché l’attività legata ai bandi: nell’ultimo anno ne abbiamo vinti diversi competitivi, compresi quelli legati al PNRR indetti dal Ministero della Salute, in campi come l’aging, la rétina medica per la cura delle maculopatie, la bioingegneria e la neuroftalmologia. Da noi, infatti, la cura è da sempre associata alla ricerca e la ricerca alla cura, seguendo quello che è la nostra mission come IRCCS: essere il braccio dell’assistenza e della ricerca del Servizio Sanitario Nazionale” conclude Rossi.