Miopia: l’epidemia visiva del secolo

Un difetto della vista sempre più diffuso a livello mondiale che presenta differenti livelli di gravità. Ne parla il dott. Domenico Schiano Lomoriello, Responsabile Unità Operativa “Segmento anteriore con annessi oculari” della Fondazione G.B. Bietti
In questi ultimi anni stiamo assistendo ad un incremento progressivo del numero di miopi nel mondo tanto che si può parlare di una vera e propria epidemia della miopia.
Quest’ ultima rappresenta un difetto visivo che provoca la visione sfocata degli oggetti da lontano.
In Europa ne soffre una persona su quattro e anche in Italia ne è affetto circa il 25 % della popolazione.
Dott. Schiano, come spiega questo fenomeno?
Negli ultimi decenni questa condizione visiva ha subito un incremento esponenziale dei casi sia in Italia che nel resto del mondo, soprattutto nei paesi orientali come Cina, Vietnam e Corea.
Ciò sembra essere correlato alla rapida urbanizzazione che stanno subendo le aree rurali di questi Paesi e al conseguente cambiamento dello stile di vita; soprattutto nell’età infantile si assiste a un diverso modo di impiegare la vista nella quotidianità: prima i bambini erano abituati a stare all’aria aperta e utilizzare la vista a lungo raggio, oggi, invece, grazie all’alfabetizzazione ed anche per l’introduzione dei dispositivi elettronici che si sta rapidamente diffondendo in questi paesi si sta assistendo ad un aumento esponenziale del numero dei soggetti miopi.
Si tratta, perciò, di un problema che diventerà sempre più diffuso globalmente.
L’aumento di casi di miopia può essere legato ad una diagnosi precoce o è un reale incremento di questo difetto?
Grazie ai controlli in età precoce riusciamo a prevenire altre condizioni che interessano la vista, come l’astigmatismo, l’ipermetropia e l’ambliopia, ma non la miopia. Questo perché la miopia molto spesso pur presentandosi nell’ infanzia non si presenta nei primissimi anni di vita.
L’occhio miope, infatti, rappresenta un occhio “più lungo del normale” e quindi per manifestarsi necessita della crescita del bambino che avviene nei primi anni di scuola o in età di sviluppo.
Non possiamo, perciò, parlare di diagnosi precoci, ma di un vero e proprio aumento di casistiche.
Quando la miopia diventa patologia?
La maggior parte delle miopie non sono patologiche. Possiamo suddividerla in tre diversi livelli:
- la miopia lieve: fino alle quattro diottrie;
- la miopia intermedia: tra le quattro e le otto diottrie;
- la miopia elevata: sopra le otto diottrie.
Solo quest’ultima presenta le caratteristiche di una vera e propria patologia oculare, coinvolgendo molto spesso anche la retina.
Per quanto riguarda la miopia lieve o intermedia si tratta semplicemente di un difetto refrattivo.
Come trattare e correggere questo difetto?
La miopia viene tratta innanzitutto con gli occhiali: il bambino miope deve indossare questo ausilio per non peggiorare il difetto, soprattutto quando c’è una grossa differenza tra i due occhi.
In età più adulta si può passare dall’occhiale alle lenti a contatto, un altro strumento fondamentale per la maggior parte dei miopi.
La lente a contatto non va “demonizzata”, tuttavia va gestita con attenzione perché si tratta di un corpo estraneo nell’occhio che richiede specifiche regole, pena l’insorgenza di infezioni oculari o corneali o di un’intolleranza alla lente stessa.
Un ulteriore possibilità è l’intervento di chirurgia refrattiva che consiste nell’eseguire una correzione mediante un laser ad eccimeri o a femtosecondi.
La chirurgia refrattiva offre molteplici possibilità: per ciascun paziente, per ciascun occhio e per ciascuna esigenza è possibile trovare la soluzione più adatta al tipo di difetto refrattivo che si vuole andare a correggere.
Quali rischi presenta l’intervento con il laser?
Il rischio è molto basso e la percentuale di occhi che vanno incontro a complicanze e’ minima. Fondamentale a riguardo è un accurata selezione preoperatoria del paziente e del tipo di chirurgia da eseguire.
Ovviamente paragonando la chirurgia agli occhiali questi ultimi sono un ausilio a zero pericolo e benché l’intervento di chirurgia refrattiva presenti un rischio molto basso, è chiaro che rispetto agli occhiali sia ugualmente più elevato.
Se invece parliamo di lenti a contatto, i portatori cronici di lenti hanno dei rischi di presentare delle complicanze oculari molto maggiori rispetto ad un intervento di chirurgia refrattiva.
Le lenti a contatto infatti spesso vengono somministrate e vendute con troppa leggerezza: maggiori controlli nella prescrizione e nella gestione delle stesse infatti sarebbero auspicabili per evitare l’ incorrenza di infezioni congiuntivali e corneali potenzialmente molto invalidanti per la vista.