L’occhio: una finestra sul cervello

Il Prof. Vincenzo Parisi, responsabile facente funzioni della UOC Ricovero e Cura della Fondazione Bietti di Roma da anni si occupa di Neuroftalmologia. E spiega che cosa è e a cosa serve questa importante branca della medicina
In pazienti in cui sono evidenziabili deficit della percezione visiva (come la riduzione della acuità visita, limitazioni del campo visivo, riduzione o perdita della percezione dei contrasti o dei colori, diplopia) in assenza di patologie che possono interessare le strutture oculari, verosimilmente ci troviamo in presenza di disfunzioni che rientrano nel campo della Neuroftalmologia. Questa è una branca della medicina, ancora non molto conosciuta, ma di una straordinaria importanza per la cura di alcune patologie che possono interessare il sistema nervoso visivo cioè le vie ottiche che vanno dai fotorecettori retinici fino alla corteccia cerebrale occipitale.
Il prof. Vincenzo Parisi, attualmente responsabile facente funzioni della UOC Ricovero e Cura dell’IRCCS Fondazione Bietti di Roma, è uno specialista di fama internazionale che da anni si occupa di Neuroftalmologia. Negli ultimi 5 anni (2015-2019) sotto la sua guida, l’Unità Operativa Neurofisiologia della Visione e Neuroftalmologia ha prodotto 82 pubblicazioni su riviste con Impact Factor, risultato dell’attività scientifica svolta prevalentemente sullo studio delle alterazioni morfo-funzionali delle vie ottiche nelle patologie neuroftalmologiche. I suoi principali campi di ricerca sono lo studio dei meccanismi neurofisiopatologici nelle patologie neurodegenerative (es. Sclerosi multipla) e lo studio delle modificazioni eccitabilità del sistema nervoso visivo in pazienti emicranici che sviluppano disabilità visiva.
“La Neuroftalmologia – spiega Parisi – è una branca dell’oculistica che si interseca con la neurologia. E si occupa di patologie specifiche, come ad esempio la sclerosi multipla che spesso ha come prima manifestazione un importante deficit visivo dovuto a processi infiammatori del nervo ottico (Neurite ottica), o l’insorgenza di nistagmo o di diplopia. Le Neuriti ottiche possono essere dovute anche ad altre cause come l’ischemia, infezioni, traumi o mutazioni genetiche (es. la Neurotticopatia di Leber). Anche altre patologie neurologiche su base ischemica o compressiva, quest’ultima dovuta prevalentemente a processi neoplastici cerebrali, possono avere come primo sintomo un deficit della percezione visiva; inoltre patologie del sistema neuro-muscolare (es. la Miastenia Gravis) possono esser causa di deficit della muscolatura oculare estrinseca che si manifesta con ptosi o diplopia».
Insomma, la Neuroftalmologia comprende un campo molto vasto perché – come evidenzia Parisi – l’occhio è la finestra sul cervello”. Come si può intervenire? “Il nostro specifico approccio – aggiunge il professore- consiste in primo luogo nel formulare una diagnosi differenziale tra patologie strettamente oculari e patologie che interessano il sistema nervoso visivo. In questo ambito, la Fondazione Bietti è dotata delle più moderne e specifiche strumentazioni per le valutazioni morfologiche e funzionali delle differenti strutture che formano il sistema nervoso visivo, permettendo così una localizzazione della sede del danno”.
Nello studio della Neuroftalmologia rientrano inoltre i disturbi visivi legati a fenomeni emicranici ed in tale ambito “siamo riusciti a identificare – spiega Parisi – tutta una serie di anomalie della circuiteria elettrica che convoglia lo stimolo nervoso dall’occhio al cervello”. Molto interessante sono poi tutti gli studi riguardo la Malattia di Alzheimer in cui “sono stati identificati processi neurodegenerativi che coinvolgono anche le strutture retiniche ma rimane da chiarire se tali anomalie possano essere predittive di una progressione del decadimento cognitivo”.
Esiste una prevenzione? I sintomi delle patologie neuroftalmologiche sono spesso la punta di un iceberg per cui è fondamentale porre molta importanza ad alcuni sintomi che, spesso trascurati dal paziente stesso, possono aiutare a formulare delle corrette diagnosi. Ad esempio «la perdita dei colori o la visione “offuscata” in condizioni di un brusco cambio di temperatura corporea, e questo fenomeno noto come “Sintomo di Uhthoff”, è caratteristico nella Sclerosi multipla. Anche fenomeni di perdita della visione (monoculare o binoculare) o diplopia transitorie possono essere l’espressione di fenomeni ischemici transitori (TIA) a livello cerebrale o possono essere dovuti ad anomalie dei fattori della coagulazione (con conseguente rischio trombotico) o anche a malformazioni cardiache”. Quindi, in ambito neuroftalmologico, per il professor Parisi “l’approccio diagnostico deve essere interdisciplinare ai fini sia diagnostici che di prevenzione”.
E dal punto di vista terapeutico? “Attualmente possiamo fare molto per ridurre i processi neurodegenerativi che possono essere conseguenti ai processi di neurite ottica, di varia natura, grazie all’utilizzo di farmaci da tempo utilizzati in ambito neurologico come la Citicolina. È ovvio che l’entità del possibile recupero dipende da quanto sia grave la compromissione sia morfologica che funzionale che interessano le vie ottiche. In ogni caso, la ricerca sta andando molto avanti e sono certo che in un futuro, non tanto lontano, saranno individuati innovativi approcci terapeutici atti a ridurre la disabilità visiva conseguente a diverse patologie neuroftalmologiche”.