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La ricerca traslazionale: il fiore all’occhiello del laboratorio Fondazione Bietti

La ricerca traslazionale: il fiore all’occhiello del laboratorio Fondazione Bietti

Un termine di cui si sente spesso parlare, ma in cosa consiste? Capiamolo insieme attraverso l’attività del nostro laboratorio  
 
In quanto IRCCS, la Fondazione Bietti, da sempre, pone grande attenzione alle attività di ricerca in ambito oftalmologico. Nella visione dei fondatori, infatti, a fare da guida è sempre stata la costante sete di conoscenza nel campo della fisiologia e patologia dei tessuti oculari per comprendere i meccanismi alla base delle malattie del sistema visivo e arginarli.  

Questo è l’orizzonte del laboratorio di ricerca della Fondazione IRCCS Bietti: dotato delle migliori tecnologie e di strumenti all’avanguardia, la sua missione è affiancare l’attività clinica mettendo in comunicazione biologi, biotecnologi e farmacisti con medici, fisici, chimici ed ingegneri. Da questo continuo scambio di conoscenze, idee e scoperte nascono protocolli di ricerca in vivo e in vitro per indagare il modo attraverso il quale i meccanismi fisiopatologici influenzano il rapporto cellula-cellula e cellula-microambiente/tessuto, sia in condizioni fisiologiche che patologiche.   
In questo contesto la ricerca traslazionale analizza l’influenza che le cure hanno sui pazienti durante le terapie concentrandosi, spesso, su singole molecole o gruppi di molecole.   
Focalizzarsi su marcatori biologici, comprendere che significato abbiano in relazione allo sviluppo di una patologia o all’efficacia delle terapie, permette di individuare alcuni parametri di riferimento che fanno fare passi avanti verso il traguardo delle cure individuali. Se si dimostra, infatti, che un certo numero di parametri – delle proteine per esempio – si manifestano sempre in un certo modo quando ci si trova di fronte ad una particolare situazione patologica, o se si capisce che alcune molecole indicano una particolare reazione o tolleranza ad un particolare trattamento, allora verrà dato al medico uno strumento per diagnosticare tempestivamente ed intervenire in maniera calibrata basandosi sui parametri del singolo paziente.  
 
La ricerca traslazione si basa su tre pilastri: “benchside, bedside and community”, ovvero “laboratorio, letto del paziente e comunità”. Un approccio che ha come modus operandi combinare discipline e competenze scientifiche diverse per indagare, conoscere e sviluppare terapie e tecniche diagnostiche sempre più efficaci. Da questa combinazione di stimoli e informazioni a 360 gradi, che comprendono la ricerca, le terapie, la sintomatologia e la cultura accademica, nascono soluzioni che rendono più efficace il percorso di cura dei pazienti della Fondazione Bietti e non solo.  

La ricerca translazionale, in definitiva, parte dallo studio delle terapie di oggi per contribuire a sviluppare le cure di domani. 

4 Marzo 2022
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