PNRR, LA FONDAZIONE BIETTI PARTICIPA AL PROGETTO VINCITORE DEL BANDO PER LA RICERCA BIOMEDICA
Ha preso il via il progetto di ricerca che vede la partecipazione della Fondazione Bietti con focus sulla Sclerosi Multipla Progressiva
La Fondazione Bietti è unità operativa (UO) insieme all’Istituto Neurologico Mediterraneo Neuromed (Capofila del progetto di ricerca), l’IRCCS-San Raffaele Roma e l’Università Van Vitelli di Napoli, del progetto di ricerca dal titolo “Assessing central neuromodulation effects on immune-mediated synaptic dysfunction in progressive multiple sclerosis”- (“Valutazione degli effetti della neuromodulazione centrale sulla disfunzione sinaptica immuno-mediata nella sclerosi multipla progressiva”), finanziato dall’Unione europea – Next Generation EU – PNRR M6C2 – Investimento 2.1 Valorizzazione e potenziamento della ricerca biomedica del SSN.
L’implementazione dello studio – con il Prof. Parisi come Responsabile della UO Fondazione Bietti – parte dall’evidenza che una profonda perturbazione del cross-talk bidirezionale tra il sistema immunitario e quello nervoso è una condizione per lo sviluppo patologico della Sclerosi Multipla (SM).
Nel cervello dei pazienti con SM, infatti, l’infiammazione induce non solo demielinizzazione e perdita assonale, ma anche specifiche anomalie della trasmissione sinaptica, denominata sinaptopatia infiammatoria.
Tale sinaptopatia consiste in una trasmissione glutammatergica e GABAergica sbilanciata e in notevoli cambiamenti nella plasticità sinaptica, causando neurodegenerazione eccitotossica e compromettendo la compensazione clinica del danno cerebrale in corso, esacerbando così la manifestazione clinica della malattia.
Gli attuali trattamenti per la SM si basano principalmente su strategie immunomodulatorie, ma sono necessarie terapie neuroprotettive/riparative, soprattutto per le forme progressive della malattia.
Nei pazienti con SM progressiva, la sinaptopatia è caratterizzata da potenziamento patologico dell’upscaling sinaptico mediato dal glutammato e perdita di potenziamento sinaptico a lungo termine, entrambi causati da molecole proinfiammatorie rilasciate da microglia, astroglia e linfociti T e B infiltranti.
In particolare, i modelli chimerici ex-vivo di SM suggeriscono fortemente che i linfociti infiltranti esercitano effetti sinaptotossici diretti e che questo fenomeno può essere attenuato da trattamenti immunomodulatori o riabilitazione.
Su questi presupposti, il Progetto di Ricerca mira a verificare se un approccio neuromodulatorio, vale a dire la stimolazione transcranica del campo magnetico statico, sia un valido approccio terapeutico per la SM progressiva, come recentemente proposto nei pazienti con sclerosi laterale amiotrofica (SLA).
L’ipotesi alla base dello studio è che una modulazione locale dei circuiti neuronali sia in grado non solo di ripristinare la trasmissione sinaptica aberrante e la plasticità nella SM progressiva, ma anche di promuovere, sia a livello centrale che periferico, una comunicazione cervello-sistema immunitario, benefica e bidirezionale che possa rallentare la manifestazione clinica della malattia.
A questo scopo, lo studio prevede l’arruolamento di 40 pazienti con SM progressiva, che presentano il fenotipo della malattia con mielopatia ascendente, che sono stati assegnati in modo casuale a stimolazione transcranica del campo magnetico statico (tSMS) reale o fittizia per 6 mesi. Lo studio randomizzato, controllato, in doppio cieco, cross-overpermetterà di testare nei pazienti la capacità delle sessioni ripetute di stimolazione transcranica del campo magnetico statico applicate bilateralmente sulla corteccia motoria primaria di ridurre la progressione della disabilità nella sclerosi multipla progressiva.
Il ruolo specifico della Fondazione Bietti sarà quello di valutare la possibilità che la stimolazione transcranica del campo magnetico statico possa migliorare la circuiteria sinaptica, esaminando, in vivo, la connessione funzionale tra i differenti elementi retinici (fotorecettori e cellule ganglionari), prima e dopo il trattamento con stimolazione transcranica del campo magnetico statico.
Possibili risultati positivi del progetto permetteranno di contribuire al miglioramento delle terapie nei pazienti affetti da Sclerosi Multipla.