Bando della ricerca finalizzata: le opportunità per gli IRCCS

L’ing. Daniela Giannini, Responsabile del Grant Office della Fondazione G.B. Bietti, spiega come il Ministero della Salute invita gli operatori del SSN a presentare progetti di ricerca
Da qualche giorno, gli enti di ricerca del SSN italiano possono presentare la domanda di partecipazione al “Bando della ricerca finalizzata 2021″, con il quale il Ministero della Salute invita gli operatori del Servizio Sanitario Nazionale alla presentazione di progetti di ricerca di durata triennale che abbiano un esplicito orientamento applicativo e l’ambizione di fornire informazioni utili ad indirizzare le scelte del Servizio Sanitario Nazionale medesimo, dei pazienti e dei cittadini. L’ing. Daniela Giannini, Responsabile del Grant Office della Fondazione G.B. Bietti spiega di cosa si tratta, come funzionano e in che modo la Fondazione Bietti vi partecipa.
A chi è rivolto questo bando e cosa prevede?
È il bando per eccellenza dedicato agli IRCCS che finanzia tutti gli enti di ricerca del SSN – ASL comprese –, e prevede la partecipazione all’interno del progetto anche di un partner esterno al SSN, che può essere per esempio l’Università o il CNR.
La tipologia standard è quella che si chiama “progetti ordinari” di ricerca finalizzata; ci sono, inoltre, i “progetti co-finanziati”, che prevedono una quota del finanziamento proveniente da una impresa interessata alla tematica.
Infine, troviamo i progetti ordinari che possono essere presentati dai giovani ricercatori: c’è una sotto categoria di progetto chiamata “starting grant” dove un ricercatore, anche se ancora non ha un contratto presso un ente di ricerca, può scrivere un progetto e proporlo; in caso di vittoria un ente di ricerca potrà poi espletare tutto il progetto.
Quale è l’entità del finanziamento messo a disposizione?
Il finanziamento totale che il Ministero mette a disposizione è pari a 100 milioni di euro; all’interno di ogni progetto ci possono essere al massimo 3 unità operative (una della quali può anche non far parte del SSN) che poi si suddividono il budget.
Per quanto riguarda la divisione del finanziamento, sono previsti 57 milioni di euro dedicati ai giovani ricercatori (under 40); 5 milioni di euro per i progetti co-finanziati e il resto per progetti ordinari che sono i progetti più vicini alla ricerca di base – definiti “biomedici” – oppure progetti clinico- assistenziali che hanno una applicazione più immediata sulla clinica e sull’assistenza. Il finanziamento minimo che si può chiedere è di 150 mila euro e quello massimo di 450 mila euro.
Quali sono i criteri di valutazione e di selezione dei progetti?
La selezione da parte del Ministero prevede sia la valutazione del team, che dell’idea progettuale. In particolare, quest’anno, rispetto al passato, l’impostazione del bando è simile a quella di altri bandi europei: c’è una prima fase molto importante in cui si presenta una sintesi del progetto e la descrizione del team di lavoro. Superata questa fase, il Ministero invita chi ha superato la selezione a completare la presentazione del progetto in maniera più dettagliata. Per la prima fase, dunque, è molto importante il team che si presenta; team che viene valutato in base all’indice di Hirsch (”H-index”), che associa un ricercatore che pubblica a un valore numerico, ovvero a quante volte le pubblicazioni di un determinato ricercatore sono state citate all’interno della comunità scientifica.
Come partecipa la Fondazione Bietti a questo Bando?
La Fondazione Bietti ha presentato, per quest’anno, 5 progetti ordinari a tematica oculistica, sia di base (come studi di biologia molecolare), sia progetti con una applicazione clinica.
A questi 5 progetti si affianca un progetto dedicato ai giovani ricercatori, settore sul quale la Fondazione vuole puntare sempre più.
L’eccellenza dei ricercatori è uno dei tratti distintivi dell’IRCCS Bietti che, nonostante sia un ente relativamente piccolo – con una quarantina di ricercatori, molti dei quali giovani – ha un alto impact factor (punteggio di pubblicazione) per ricercatore.
Quali opportunità offre il Bando per la Fondazione?
Quella non solo di accedere al finanziamento, ma di consolidare collaborazioni che i nostri ricercatori hanno stretto da anni con il mondo della ricerca, dell’Università e della clinica italiane.
Inoltre, vincere il Bando del Ministero della Salute, aumenta l’autorevolezza all’interno di questo stesso mondo scientifico.
Ecco perché la Fondazione Bietti ha istituito un ufficio, il Grant Office, che si dedica – in collaborazione con la direzione scientifica – a migliorare il posizionamento della Fondazione all’interno delle graduatorie relative ai bandi sulla ricerca.